Un inconsapevole ragazzo-padre. Una ragazza-madre risoluta al di là dei suoi 17 anni. Un figlio casuale, inopportuno, che viene a scombussolare vite e sentimenti di due famiglie, divise tra la riluttante accettazione e la totale negazione del fatto compiuto. Nulla di particolarmente strano, una situazione alquanto comune, forse perfino banale. Ma è il 1942. A 21 anni il ragazzo-padre viene scaraventato in Russia, nella catastrofica avventura dell’Armir, e ne rimane inghiottito. Sarà uno delle decine di migliaia di soldati “dispersi”, non se ne saprà più nulla.
Crescendo, il bimbo inopportuno ignorerà perfino la sua esistenza, ritenendosi figlio di un altro uomo che frattanto ha sposato la risoluta ragazza e gli ha dato un cognome, ancorché non quello giusto, per poi sparire a sua volta dalla vita del minuscolo, scombinato nucleo familiare. Sarà infine la madre, troppi anni dopo, a rivelare al ragazzo (da tempo divenuto uomo fatto) l’occultata verità . Per lui comincerà allora una faticosa, tormentata queste: che, tra accessi di cinismo e di emozione, di ira e di pietà , lo porterà a ricostruire lentamente nel suo cuore la figura del padre sconosciuto e ignorato, a pacificarsi con la sua fantasmatica immagine.