Che uomo era Rodolfo, l’unico figlio maschio dell’imperatore ed erede del grande impero multietnico? L’intelligente, sensibile ed eccentrico principe ereditario avrebbe preferito di gran lunga dedicarsi alle scienze, in particolare all’ornitologia, un proposito tuttavia inaccettabile per l’imperatore. Rodolfo era di orientamento liberale, si considerava un membro del popolo e con le sue critiche al sistema dominante e con le sue idee progressiste si fece molti nemici negli ambienti conservatori. Non era affatto come il padre, un monarca saldamente ancorato alle tradizioni, convinto della propria missione per grazia divina, che con estremo rigore evitò fino all’ultimo di affidare funzioni politiche al suo erede.
Per via delle sue idee del tutto diverse – troppo moderne per l’epoca – sulla politica, la religione e il futuro dello Stato, che pubblicava anonimamente, Rodolfo si allontanò sempre più dalla Corte viennese, chiusa ad ogni innovazione. Incompreso anche dalla moglie, la principessa Stefania del Belgio, si rifugiò in innumerevoli avventure amorose, venne a trovarsi sempre più in contrasto con l’imperiale padre e divenne preda dell’alcol e della morfina. Sigrid-Maria Größing analizza la sfaccettata personalità dell’erede al trono, descrive il decadimento fisico e psichico del più che capace principe ereditario e ne segue il drammatico sviluppo fino alla tragedia di Mayerling.