Maria Antonietta

Duringsfeld Ida von
ISBN: 978-88-97271-45-1
136
si

16,00 

DisponibilitĂ : 71 disponibili

“Una regale rosa nuziale, ecco cos’era quando l’Austria la consegnò alla Francia. Anche i francesi ne rimasero incantati: la trovarono così bella che non se la sarebbero più lasciata sfuggire”. Con queste parole Ida von Düringsfeld ci presenta la “sua” Maria Antonietta: una delicata e affascinante fanciulla appena quattordicenne, giunta in Francia per sposare il futuro Luigi XVI. Un destino che sembrava essere stato benedetto dagli dei e che invece, appena vent’anni anni dopo, si tramuterà in un vero e proprio incubo dal tragico epilogo.
Amata, odiata, idolatrata, oltraggiata: se per i contemporanei Maria Antonietta fu il capro espiatorio di tutti i mali della Francia del XVIII secolo, simbolo stesso della cupidigia e delle ingiustizie sociali, la regina frivola e spendacciona, ritenuta persino capace di pronunciare frasi come la famigerata “Se non hanno pane che mangino le brioches”, per gli autori ottocenteschi si trasformò nella Martire della Rivoluzione, la “regina-santa” vittima innocente del più vile (ed inutile) dei regicidi.

Ma chi era davvero Maria Antonietta di Francia? In queste pagine, scritte nella seconda metà dell’800, l’autrice tedesca ripercorre le vicende umane di un personaggio complesso, accattivante, universale, un’icona che ancora oggi incuriosisce, seduce e divide le coscienze.
Un racconto puntuale e circostanziato che inizia nel 1770 con l’arrivo pieno di speranze alla corte di Versailles, il matrimonio male assortito (e consumato dopo ben 7 anni) con un giovane principe cupo, timidissimo e così diverso dalla sua esuberante sposa e poi gli intrighi di corte, gli eccessi, le spese folli, l’ossessiva ricerca di affetto e di approvazione, l’agognata maternità, l’isolamento dalla corte, il montare del malcontento popolare e il dilagare delle idee rivoluzionarie fino alla toccante narrazione degli ultimi tragici anni, la prigionia, la vedovanza, il processo, la ghigliottina.

La Düringsfeld fa rivivere il personaggio Maria Antonietta in tutto il suo straordinario, articolato fascino senza tempo: la fragile “rosa nuziale” giunta in Francia ancora bambina diviene l’immortale regina simbolo del rococò, della decadenza e della fine dell’ancien régime perché, come scriverà cinquant’anni dopo uno dei suoi biografi più famosi, Stefan Zweig “il destino l’ha posta simbolica Regina di questo secolo, poiché con esso viva la sua vita e muoia la sua morte”.

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