La mattina del 30 gennaio 1889 una notizia sensazionale scuote le Cancellerie e le Case reali di tutta Europa. Il principe ereditario austriaco, Rodolfo d’Asburgo, viene trovato morto nella tenuta di caccia di Mayerling, a pochi chilometri da Vienna. Il suo cadavere giace accanto a quello di una ragazza poco più che adolescente, la baronessa Maria Vetsera.
Inizia così uno dei misteri più intriganti del tardo Ottocento, un giallo, per non dire una spy story, che continua ad appassionare storici e reporter di mezzo mondo anche ai giorni nostri.
Fin dalle prime ore, sono troppi i dettagli che non quadrano. A cominciare dalla goffa reazione del governo e della Corte dell’Austria-Ungheria, che prima parlano di un “colpo apoplettico” e poi di un atto di “improvvisa follia” che avrebbe portato l’arciduca ad uccidere la giovane e poi a togliersi la vita con un colpo di pistola. Un classico esempio di omicidio-suicidio, dunque, almeno in apparenza.
Ma è questa la verità ? L’irrequieto Rodolfo è vittima dei suoi tormenti esistenziali e di un amore impossibile? O c’entrano i forti dissidi politici che da anni dividono il principe da suo padre, l’imperatore Francesco Giuseppe, e dagli ambienti “clerico-feudali”? Oppure il giovane Asburgo è coinvolto in qualche oscuro complotto internazionale che mira a sconvolgere i precari equilibri geopolitici del Vecchio continente?
Amodeo e Cereghino ricostruiscono gli eventi tassello dopo tassello, col piglio dei detectives della storia contemporanea, mettendo a confronto situazioni, personaggi, documenti, testimonianze. E le novità non mancano. Emerge così che Rodolfo e Maria sono vittime di un assassinio compiuto da uno o più sicari. Al di là di ogni ragionevole dubbio. Un delitto in piena regola, dunque, dettato da motivazioni di carattere politico, se non addirittura di natura geopolitica. A confermarlo sono anzitutto i rapporti segreti stilati dal principe Heinrich von Reuss – ambasciatore del Reich tedesco a Vienna – che svelano tra l’altro le indagini compiute dal Nunzio apostolico mons. Luigi Galimberti nei giorni immediatamente successivi al delitto.
Ma il pezzo forte della storia sono i telegrammi top secret redatti da Sir Augustus Paget, l’ambasciatore inglese alla Corte di Vienna. Sono stati ritrovati dai due autori, nell’autunno del 2012, negli Archivi nazionali britannici di Kew Gardens, a Sud di Londra. Si tratta di documenti inediti che vengono qui pubblicati per la prima volta. Messi a confronto, i dispacci di von Reuss e di Paget offrono una verità ben diversa da quella ufficiale. Finalmente plausibile. Per la prima volta, forse, dal lontano 1889.
Mayerling, anatomia di un omicidio è un’opera a metà strada tra l’inchiesta giornalistica e il rapporto giudiziario, un libro che non mancherà certo di sollevare dibattiti e polemiche. In Italia e soprattutto all’estero.