È un gioco di nostalgia con un’unica protagonista: la soffitta, con tutto quello che evoca in una città atipica e affascinante come Trieste. E poi c’è Cittavecchia, che negli ultimi anni è stata trasformata in una Montmartre nostrana, stravolta ed estirpata dalla sua originalità oscura e un po’ peccaminosa. Trieste, seconda metà anni Settanta. Un gruppo di ragazzi un po’ gucciniani, ma tanto ingenui, si trova per la prima volta a dover affrontare l’amore, il sesso, la politica, la droga, le incomprensioni, la vita adulta e infine anche la morte.
Dopo vari e onesti tentativi di vivere la vita appieno i giovani si trovano al punto di partenza, delusi e disincantati, cosicché la fuga sembra l’unica soluzione: forse lontano, da qualche parte, esiste la libertà.