Un’agiata famiglia di cattolici ed ebrei, unita da profondi affetti e forte solidarietà , la prima guerra mondiale, la fuga da Trieste, la speranza in un mondo migliore di cui però già s’intravedono crepe profonde e tragiche.
Attraverso le vicissitudini dei protagonisti – Regina, la matriarca, che investe tutto il suo denaro (ed era molto ricca) nel prestito di guerra austriaco, crede nell’Impero che le ha dato tutto e non lo tradirà mai; Umberto, che non è mai esistito ma che è vissuto in altre persone ed è sempre assillato dai dubbi; la sua amata Rita, un personaggio tra la realtà e il sogno; la nipote Jo, madre dell’autore, giovane e concreta, innamorata dell’arte e delle cose belle, che immagina per lei un futuro pieno di grandi viaggi e un lavoro da archeologa, cose che non farà mai, ma delle quali parla sempre come se le avesse fatte – assistiamo agli eventi drammatici che hanno trasformato definitivamente le loro vite e il loro, il nostro mondo.
I cedri di Trieste è un romanzo costruito sulle lettere – circa 130 – che furono scambiate tra Jo, le sue amiche e i suoi parenti durante la prima guerra mondiale.