Nel 1912, a Bologna, il giornalista Aldo Valori presenta l’amico Aldo Fortuna a Umberto Saba. È’ l’inizio di un’amicizia più che trentennale che scavalca due guerre mondiali e ogni dissapore. Il carattere difficile del poeta triestino e l’orgogliosa indipendenza intellettuale dell’avvocato fiorentino creano un singolare amalgama in grado di resistere alle accesissime discussioni letterarie che prendono avvio ai tavolini dei caffè e delle osterie bolognesi e si protraggono nel decennale carteggio. Fortuna corregge per anni la forma italiana dei componimenti di Saba in prosa e in versi “portandogli l’Arno a domicilio” e, più tardi, si prodiga per procurargli sul florido mercato fiorentino i preziosi volumi d’antiquariato di cui Saba ha bisogno per rifornire la sua libreria.
Saba, da parte sua, mostra sempre una grande stima per l’amico, aprendogli i recessi del suo cuore e mandandogli i suoi versi per averne il sempre franco giudizio. Un’amicizia che si rinsalda in particolare negli incerti della prima guerra mondiale, quando si inseguono nella mutevole confusione delle diverse destinazioni, al fronte e nelle retrovie, le loro lettere (fra cui alcuni dei più interessanti inediti sabiani che vengono presentati in questo volume) e Fortuna compone il suo straordinario Taccuino della guerra (di cui il libro offre una testimonianza).