Pagine: 208 + 224 + 232 (3 volumi in cofanetto)
Questa traduzione in dialetto triestino del capolavoro dantesco ha una lunga storia. Da principio la prima cantica doveva essere una parodia, riservata però al solo commento. La traduzione dell’Inferno, cominciata nel 1994, vide la sua prima edizione nel 1999: cinque anni di lavoro che non prevedeva una continuazione.
Nel 2007, invece, intrapresi la traduzione del Purgatorio che fu edito nel 2013. Pensavo di fermarmi alla seconda cantica, perché l’idea di tradurre il Paradiso mi sembrava improponibile e azzardata, e invece, già nel 2014 mi accinsi all’impresa. Non solo, poiché nell’arco di vent’anni la mia perizia si era affinata, rifeci anche l’Inferno e il Purgatorio. Dell’Inferno misi ampiamente mano alla traduzione e cambiai completamente il commento escludendovi ogni parodia; il Purgatorio vide solo qualche correzione, tuttavia di una certa importanza; venne realizzata infine tutta una serie di riferimenti incrociati tra le tre cantiche. A tutto ciò pensai di apporre una serie di note alla traduzione per giustificare certe scelte che potevano essere considerate discutibili, e per svelare certi “misteri” del lavoro del traduttore.
Ora, dopo 25 anni, il lavoro è finito e lo consegno ai Triestini, alla mia gente, come vivente testimonianza della nostra parlata.
N. Z.