Che sia stata o no l’amante di Francesco Giuseppe non è cosa che interessi più che tanto: Katharina Schratt è stata per lui molto più di un’amante, perché, quando l’ha vicino, questo vecchio imperatore arido, agghiacciante, caparbio e cerbero riesce ad infondergli un palpito di vita d’uomo che, se non ci fa dimenticare le sue colpe, ci induce a velarle di una pietà che sfiora talvolta i limiti della comprensione. È a questa pietà che si ispirò Elisabetta nel porre Katharina a fianco di Francesco Giuseppe? 0 l’animò invece l’ansia di fuggire per sempre il gelo del Palazzo imperiale? 0 vi fu indotta invece dal vendicativo impulso di affidare alla “borghese” Katharina Schratt il sabotaggio dei macchinosi congegni della Corte asburgica?
È molto probabile che siano intervenuti tutti e tre questi moventi; in ogni caso è certo che Katharina Schratt appagò tutte le aspirazioni dell’imperatrice, che potè allora andare incontro al suo tragico destino, tormentata dal suo male misterioso e sospinta da desideri irrealizzabili. Katharina Schratt fu veramente la regina delle conversazioni viennesi. Non c’era personaggio illustre, ospite di Vienna, che non fosse andato almeno una volta a visitare la Schratt nella sua celeberrima villa della Gloriettegasse 9, dove, ogni domenica, v’era uno strano consiglio di letterati, artisti, uomini politici e principi. Per quanto l’imperatore non abbia mai pensato di dare a Katharina Schratt nella sua Corte un rango più elevato di quello di amica privata della sua solitaria esistenza, ella divenne alla Corte asburgica un’eccezione senza precedenti o, per dirla col Primo Gran Cerimoniere di Corte, principe di Montenuovo, una vivente impossibilità a Schönbrunn.