Libera racconta la storia di una donna nata nel cuore dell’Istria agli inizi del secolo scorso e morta a fine millennio, con il cuore, l’anima e la mente nel medesimo luogo. Lo scenario è quello di una terra divisa da ideologie, nazionalismi e ostilità , un mondo cupo ma al contempo vitale che vede sbocciare l’amore impossibile tra la protagonista e un uomo proibito. Libera vive i due conflitti mondiali, passando dall’Impero austriaco al Regno d’Italia, dal Ventennio fascista alla furia dei partigiani comunisti di Tito. Assiste alla fine del suo mondo, dissolto nell’odio che cancella secoli di pacifica convivenza tra etnie diverse. La storia è quella delle genti istriane, raccontata da una voce fuori dal coro, quella degli italiani di confine in perenne bilico tra nazioni e strategie di potere che non li hanno mai inglobati: una condizione scomoda, ma anche un punto di vista privilegiato su una realtà dolorosa e contrastata.
L’Istria rurale, i riti di una società arcaica, i sapori di un mondo antico scanditi dal ritmo delle consuetudini radicate nel tempo, vengono avvelenati e poi distrutti dalla furia di nuovi sentimenti nazionalistici che devastano il tessuto sociale, minano la coesistenza tra stirpi che su quel suolo si sono confrontate e hanno convissuto in armonia. Il racconto si snoda fino ai giorni nostri, quando si compie il destino di quanti rimasero a vivere in quelle terre dopo l’occupazione della Jugoslavia, ovvero una condizione di sudditanza alla nuova nazione e il completo oblio dalle pagine della storia italiana. La vita della protagonista sovrasta ogni cosa, la sua personalità non si arrende al destino, ma combatte per la dignità culturale e umana del suo mondo. Appartenente ad una famiglia storicamente ribelle, non accetta le imposizioni dei sistemi politici, preferisce l’isolamento al tradimento dei valori, spegnendosi nell’orgoglio di tale scelta.