“…mi sembrava di essere una pedina mossa da mani invisibili e che tutto questo mio fuggire, agitarmi, reagire, servisse solo a far srotolare la matassa del tempo, dove gli avvenimenti erano tutti giĂ scritti dal destino che il buon Dio assegna a ciascuno di noi…”. Sara, prima della seconda guerra mondiale, è una ragazza ebrea spensierata, allegra e piena di iniziative, che vive in una cittadina croata della Jugoslavia, in un ambiente ancora permeato di mentalitĂ e di cultura austroungariche. Ma allo scoppio del conflitto tutto viene travolto e Sara, giĂ donna, insieme al figlio piccolo affronta coraggiosamente, in mezzo a tensioni e pericoli di ogni tipo, il percorso verso la salvezza, che da Zagabria, attraverso Mostar, Spalato, Zara e Venezia la porta a Trieste.
Un’infinità di riferimenti alla vita e alle vicissitudini di altre persone si innestano sull’asse principale del racconto proponendo una panoramica corale della vita e della mentalità dell’epoca, intersecandosi con gli avvenimenti di cui Sara è a volte protagonista (il lavoro obbligato, il segno giallo, ecc.), a volte testimone: lo sterminio sistematico dei serbi da parte degli ustascia, l’arrivo dei nazisti a Trieste, i bombardamenti degli Alleati, la fine della guerra a Venezia.