La poesia di Claudio Grisancich ha rinnovato la grande tradizione di Virgilio Giotti e occupa oggi un suo posto ben riconoscibile nel panorama dialettale contemporaneo: nell’antologia La poesia in dialetto, curata nel 1999 da Franco Brevini per i Meridiani di Mondadori, vi figura, unico vivente, accanto a Giotti e Cergoly. La novità della sua operazione poetica consiste nel privilegiare un mondo di subalternità in cui affondano le sue radici. Di conseguenza, egli effettua, come nota Brevini, un abbassamento del dialetto di Giotti, ripetendo quanto Saba aveva fatto con l’italiano. Nel suo percorso, al vitalismo iniziale Grisancich è poeta di natura e d’istinto – subentra un atteggiamento più meditato, quasi un distacco dalla “calda vita”, ed affiora un altro lato, più oscuro e doloroso.